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Gemelli e identità di genere

Posted: Dicembre 26th, 2011 | Author: | Filed under: Documenti | Tags: , , , , , , | Commenti disabilitati su Gemelli e identità di genere

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Il Boston Globe pubblica la storia di Jonas e Wyatt Maines, gemelli omozigoti e dei differenti sviluppi della loro identità di genere.

Led by the child who simply knew

Jonas and Wyatt Maines were born identical twins, but from the start each had a distinct personality.

Jonas was all boy. He loved Spiderman, action figures, pirates, and swords.

Wyatt favored pink tutus and beads. At 4, he insisted on a Barbie birthday cake and had a thing for mermaids. On Halloween, Jonas was Buzz Lightyear. Wyatt wanted to be a princess; his mother compromised on a prince costume.

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Photos

When he was 4, Wyatt asked his mother: “When do I get to be a girl?” In the fifth grade, Wyatt’s name was legally changed to Nicole.

One girl, one boy

Once, when Wyatt appeared in a sequin shirt and his mother’s heels, his father said: “You don’t want to wear that.’’

“Yes, I do,’’ Wyatt replied.

“Dad, you might as well face it,’’ Wayne recalls Jonas saying. “You have a son and a daughter.’’

That early declaration marked, as much as any one moment could, the beginning of a journey that few have taken, one the Maineses themselves couldn’t have imagined until it was theirs. The process of remaking a family of identical twin boys into a family with one boy and one girl has been heartbreaking and harrowing and, in the end, inspiring — a lesson in the courage of a child, a child who led them, and in the transformational power of love.

Wayne and Kelly Maines have struggled to know whether they are doing the right things for their children, especially for Wyatt, who now goes by the name Nicole. Was he merely expressing a softer side of his personality, or was he really what he kept saying: a girl in a boy’s body? Was he exhibiting early signs that he might be gay? Was it even possible, at such a young age, to determine what exactly was going on?

Until recently, there was little help for children in such situations. But now a groundbreaking clinic at Children’s Hospital in Boston — one of the few of its kind in the world — helps families deal with the issues, both emotional and medical, that arise from having a transgender child — one who doesn’t identify with the gender he or she was born into.

The Children’s Hospital Gender Management Services Clinic can, using hormone therapies, halt puberty in transgender children, blocking the development of secondary sexual characteristics — a beard, say, or breasts — that can make the eventual transition to the other gender more difficult, painful, and costly.

Founded in 2007 by endocrinologist Norman Spack and urologist David Diamond, the clinic — known as GeMS and modeled on a Dutch program — is the first pediatric academic program in the Western Hemisphere that evaluates and treats pubescent transgenders. A handful of other pediatric centers in the United States are developing similar programs, some started by former staffers at GeMS. Read the rest of this entry »


Buon Natale

Posted: Dicembre 25th, 2011 | Author: | Filed under: Inutilita', Piccole gioie | Tags: , , | Commenti disabilitati su Buon Natale

Via: Fastidio


Buon Natale – per non dimenticare

Posted: Dicembre 25th, 2011 | Author: | Filed under: Repressione | Tags: , , | Commenti disabilitati su Buon Natale – per non dimenticare

Buon Natale

via: Subvertising


Christmas is Gay

Posted: Dicembre 25th, 2011 | Author: | Filed under: Piccole gioie | Tags: , , , | Commenti disabilitati su Christmas is Gay

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via: SissyDude


Firenze: nuova aggressione razzista nei confronti di un senegalese

Posted: Dicembre 24th, 2011 | Author: | Filed under: Documenti, Repressione | Tags: , , , | Commenti disabilitati su Firenze: nuova aggressione razzista nei confronti di un senegalese

«Negro, ora torno in casa, prendo la pistola e ti faccio vedere». Una nuova aggressione a sfondo razzista è stata compiuta ieri, 22 dicembre, a Firenze da un cinquantunenne nei confronti di un senegalese che vendeva dei libri. Una libraia ha preso le difese del senegalese contro l’aggressore. Vedi 1 e 2.

Non è che Firenze sia un caso particolare. Anche a Bologna vi sono neonazisti che, la sera, maltrattano gli ambulanti stranieri, danneggiano la loro merce, spengono le sigarette su di loro, e ovviamente la cosa non fa notizia. Anche a Bologna si sprecano le minacce razziste. A Firenze adesso c’è solo un briciolo di attenzione in più.

Ha ragione Mercedes Frias quando dice che la strage dei senegalesi non può essere derubricata a raptus di follia: «Non capisco come si possa tentare di minimizzare l’accaduto dicendo che è stato opera di un pazzo. C’è in giro un clima di violenza quotidiana tollerata, fatta soprattutto di un linguaggio, che però non è mai neutro. […] È certo però che anche qui si sentono continuamente discorsi che associano gli stranieri alla mancanza di sicurezza, di decoro, al degrado, e via dicendo, e tutto questo purtroppo crea un clima pericoloso, di cui anche le istituzioni sono complici. Non posso dimenticare che in nome del decoro i vigili urbani sono andati a togliere di forza le coperte ai rom che si riparavano sotto un ponte, e questo a nome di una istituzione pubblica».

Intanto, Assane Kebe, portavoce della Comunità senegalese fiorentina, ha ribadito il fermo rifiuto di ogni “dialogo” con i neofascisti: «Quelli di Casa Pound si proclamano “fascisti del terzo millennio”: e noi non vogliamo dialogare con nessun fascista, né di ieri, né di oggi, né del domani. Non può esistere un confronto né un incontro possibile con chi oggi ha la faccia di dichiararsi fascista. Anzi, per noi definirsi così nel 2011 non dovrebbe essere possibile, né immaginabile».

via: Staffetta


Pyongyang party

Posted: Dicembre 23rd, 2011 | Author: | Filed under: Inutilita', Musica, Piccole gioie, Spizzichi e bocconi | Tags: , | Commenti disabilitati su Pyongyang party

Everyday I’m Sufferin

 Via: Uomo in Polvere


Chi ha sdoganato Casapound?

Posted: Dicembre 23rd, 2011 | Author: | Filed under: Documenti, Repressione | Tags: | Commenti disabilitati su Chi ha sdoganato Casapound?

Tanta visibilità in regalo a Casapound, chiamata per i camerati a partecipare in questi giorni a trasmissioni televisive nazionali e locali, le cui lettere e i cui comunicati circolano sulle pagine dei giornali a smentire, prendere le distanze, negare (da leggere il post di jumpingshark, soprattutto la parte in cui cita Saverio Ferrari da Il Manifesto che dice “Ieri notte da Roma è stata indirizzata a tutti i responsabili locali di Casa Pound la seguente email: «Comunicazione interna urgente e riservata. Fare quadrato ora significa: negare la sua appartenenza al movimento, cancellare ogni traccia, stare zitti e far parlare solo i dirigenti autorizzati» Troppo tardi!“).

Tanta visibilità, sulla pelle dei morti. Un’occasione come un’altra per farci sapere quanto sono bravi e umani, anzi umanitari, con il paio di iniziative sulla birmania, quelle sull’emergenza abitativa, e lì bisogna dire che le abitazioni rivendicate per le famiglie bisognose le malelingue dicono che siano finite in mano ad amici di Casapound che non ne avevano affatto bisogno, e poi senza contare la movida e le varie iniziative sul pensiero di evola e simili. Read the rest of this entry »


Italiani brava gente? Alcune riflessioni

Posted: Dicembre 23rd, 2011 | Author: | Filed under: Documenti, Repressione | Tags: , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su Italiani brava gente? Alcune riflessioni

Volentieri pubblichiamo le riflessioni di una compagna all’indomani della strage fascista di Firenze. Ma vorremmo fare alcune premesse.

In questi giorni si moltiplicano le richieste di chiusura delle sedi di Casa Pound, ma non si nominano gli altri covi fascisti (skinhouses, sedi di forza nuova, …). E poi, chi le dovrebbe chiudere queste sedi? La ministra dell’interno, cioè quella stessa Cancellieri che, mentre commissariava Bologna, ha sempre garantito agibilità a Casa Pound?

E’ dal 1989, quando venne ucciso a Villa Literno il rifugiato sudafricano Jerry Maslo, che ad ogni omicidio razzista sentiamo le solite litanie. Ma questo non ha impedito la morte violenta di altri/e immigrati/e nelle caserme, nelle carceri, nei cie, nei campi, nelle “baraccopoli”, nelle strade, nei cantieri. Per non parlare delle violenze e delle vessazioni inflitte quotidianamente a donne e uomini immigrati da parte di padroni, forze dell’ordine, “tranquilli cittadini”, ecc.

Scendiamo in piazza domani al fianco della comunità senegalese, ma con la consapevolezza che le centinaia e centinaia di violenze fasciste (tra gennaio 2005 e dicembre 2008 si sono verificate almeno 329 aggressioni fasciste e 161 atti vandalici/danneggiamenti inneggianti al nazifascismo) e razziste sono un dato di fatto che non si affronta con gli slogan né con la delega a chi oggi piange lacrime di coccodrillo. Read the rest of this entry »


Le quaranta ragioni per cui le puttane sono le mie eroine

Posted: Dicembre 22nd, 2011 | Author: | Filed under: Documenti, Piccole gioie | Tags: , , , , | Commenti disabilitati su Le quaranta ragioni per cui le puttane sono le mie eroine

Le quaranta ragioni per cui le puttane sono le mie eroine – Annie Sprinkle – tradotto da Malapecora

1. Le puttane sanno condividere le parti più private e delicate del proprio corpo con perfetti sconosciuti
2. Le puttane hanno accesso a luoghi inaccessibili
3. Le puttane sfidano i costumi sessuali
4. Le puttane sono giocose
5. Le puttane sono tenaci
6. Le puttane svolgono carriere basate sul dare piacere
7. Le puttane sono creative
8. Le puttane sono avventurose ed osano vivere pericolosamente
9. Le puttane insegnano alle persone come godersela di più a letto
10. Le puttane hanno molte culture e molti generi
11. Le puttane danno eccellenti consigli e aiutano le persone a risolvere i loro problemi personali
12. Le puttane si divertono
13. Le puttane indossano vestiti eccitanti
14. Le puttane hanno pazienza e tolleranza con le persone che non sopporta nessuno
15. Le puttane rendono le persone sole meno sole
16. Le puttane sono indipendenti
17. Le puttane insegnano come fare sesso sicuro
18. Le puttane sono una tradizione
19. Le puttane sono trendy
20. Le puttane hanno un ottimo senso dell’umorismo
21. Le puttane sollevano milioni di persone da stress e tensioni indesiderate
22. Le puttane guariscono
23. Le puttane resistono di fronte ai pregiudizi più feroci
24. Le puttane fanno i soldi
25. Le puttane hanno sempre un lavoro
26. Le puttane sono sexy ed erotiche
27. Le puttane hanno un talento speciale che le altre persone semplicemente non hanno. Fare la puttana non è mica da tutti.
28. Le puttane sono persone interessanti che hanno vissuto un sacco di storie eccitanti
29. Le puttane passano molto tempo a letto
30. Le puttane aiutano le persone ad esplorare i propri desideri sessuali
31. Le puttane esplorano i propri desideri sessuali
32. Le puttane non hanno paura del sesso
33. Le puttane ci danno dentro
34. Le puttane sfavillano
35. Le puttane sono divertenti
36. Le puttane hanno il coraggio di indossare parrucche molto grandi
37. Le puttane non si vergognano di essere nude
38. Le puttane aiutano gli handicappati
39. Le puttane si autorganizzano
40. Le puttane si ribellano contro le assurde, patriarcali e bigotte leggi che minacciano la loro professione e lottano per il diritto legale a ricevere uno stipendio per il loro prezioso lavoro.

Vedi anche King Kong Bloggers


Guardare la schiavitù è eccitante?

Posted: Dicembre 21st, 2011 | Author: | Filed under: Documenti | Tags: , , , , | Commenti disabilitati su Guardare la schiavitù è eccitante?

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Questa è la domanda, decisamente provocatoria ma molto affascinante, proposta da Laura Agustin su The Naked Anthropologist.

Una interessante analisi punto per punto della recensione di The Life of a Courtesan scritta da Stephen Holden sul New York Times il 24 Novembre scorso.

Do people want slavery to come back? It would seem that the idea is erotically compelling, granting permission to imagine naked women and children in bondage, in chains, in the thrall of evil captors. With these scenarios, viewers and readers don’t have to think, because Good and Evil are clearly identified with no chance that contradictory uncertainties will muddy one’s reactions. The ferocity with which Kristof is defended is proof that some people will not tolerate any interesting human ambiguity at all (see hostile comments).

But are visions of enslavement also attractive? A new film about an elite brothel in 19th-century France was reviewed in an extraordinarily biased way in the New York Times (whose judgement on slavery issues is now officially in doubt). After sketching what sounds like a dark, subtle, moody movie, the reviewer concludes There is only one word to describe life inside L’Apollonide: slavery.

But the reviewer sounds as though he did not understand the film or its particular artistic vision. Being set mostly inside the brothel itself, any aspect of prostitutes’ lives outside are omitted. The filmmaker has limited the stage to the usual focus in depictions of prostitutes’ lives – the workplace where they perform. The reviewer sounds very naive about women’s lives in general, including today, if he doesn’t know that we get ‘poked at’ by ‘imperious male doctors’ and feel like ‘slabs of meat’. Et cetera. Whatever he chooses to describe about this film, his conclusion that it’s about slavery is just silly.

The Life of a Courtesan, Viewed From the Inside

Stephen Holden, 24 November 2011, The New York Times Read the rest of this entry »