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Pinkwashing e l’uso di Israele dei gay come strumento di propaganda

Posted: Novembre 28th, 2011 | Author: | Filed under: Documenti | Tags: , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su Pinkwashing e l’uso di Israele dei gay come strumento di propaganda

Una campagna lanciata dal ministero del turismo israeliano per un costo di 90 milioni di dollari ha promosso Tel Aviv come meta internazionale di vacanze gay e lesbiche, presentando il paese come uno dei paradisi dei diritti.

L’iniziativa viene sul “New York Times” dalla scrittrice lesbica Sarah Schulman, che accusa il governo israeliano di “pinkwashing”, cioè di una “deliberata strategia di nascondere le continue violazioni dei diritti umani dei palestinesi dietro una immagine di modernità simboleggiata dalla vita gay in Israele”. I gay vengono usati come messaggio pubblicitario e propagandistico, come avviene in tutti i casi in cui viene praticata “la cooptazione di persone gay bianche da parte delle forze politiche anti-immigrazione e anti-musulmane nell’Europa occidentale e in Israele”. In altre parole, denuncia Schulman, i diritti lgbt vengono utilizzati dalle destre facendo leva sul razzismo e sulla xenofobia, e rendendo invece “invisibile il ruolo che i fondamentalisti cristiani, la chiesa cattolica romana e gli ebrei ortodossi giocano nel perpetuare la paura e persino l’odio nei confronti dei gay”.

La campagna turistica israeliana  sulla “international gay vacation destination” diventa nell’articolo di Schulman ” Israel and ‘Pinkwashing’ “, pubblicato il 23 novembre scorso, il punto di partenza per un’analisi di questo “nefasto fenomeno” sempre più diffuso nell’Europa xenofoba, e ora sfruttato come strumento propagandistico nel conflitto palestinese.

Il “paravento della modernità” occulta e manipola non soltanto le difficili conquiste della comunità lgbt israeliana, ma anche l’esistenza di forti organizzazioni lgbt in Palestina. Schulman conclude: “Ciò che rende lesbiche, gay, bisessuali, transgender e i loro alleati così esposti al pinkwashing – e al suo corollario, la tendenza tra gay bianchi a privilegiare la loro identità razziale e religiosa, un fenomeno che il teorico Jasbir K. Puar ha chiamato ‘omonazionalismo’ – è l’eredità emotiva dell’omofobia. La maggior parte dei gay hanno sperimentato l’oppressione in modi profondi: nella famiglia, in rappresentazioni distorte nella cultura popolare, nella sistematica disuguaglianza legale che solo adesso comincia appena a diminuire.

L’aumento dei diritti gay ha portato persone in buona fede a giudicare in modo errato quanto sia avanzato un paese in base alla sua reazione all’omosessualità. In Israele, i soldati gay e la relativa apertura di Tel Aviv sono indicatori incompleti dei diritti umani – proprio come, in America, l’espansione dei diritti gay in alcuni stati non controbilancia violazioni dei diritti umani come l’incarcerazione di massa. La realizzazione, a lungo sognata, di alcuni diritti per alcuni gay non dovrebbe renderci ciechi nei confronti delle lotte contro il razzismo in Europa e negli Stati Uniti, oppure della persistenza palestinese su una terra da chiamare casa”.

Sarah Schulman, nata nel 1958 a New York, romanziera, commediografa e saggista, da sempre politicamente impegnata nel movimento delle donne e in quello lgbt (è stata tra le fondatrici delle “Lesbian Avengers” nel 1992), ha suscitato con il suo articolo – che riprende alcune tesi del suo libro di prossima uscita “Israel/Palestine and the Queer International” – polemiche e lettere di risposta al giornale.

Vedi: New York Times – Pinkwashing and Israel use of gays as a messaging tool


Chiamata all’azione: Dì all’IGLYO di stare fuori da Israele

Posted: Novembre 18th, 2011 | Author: | Filed under: Documenti, Repressione | Tags: , , , , , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su Chiamata all’azione: Dì all’IGLYO di stare fuori da Israele

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A dicembre si svolgerà a Tel Aviv (Israele) l’Assemblea Generale dell’International Gay and Lesbian Youth Organization (IGLYO), uno dei principali network di associazioni GLBT internazionali (in Italia ne fanno parte Arcigay, Arcigay Padova e Arcigay Roma che a quanto mi risulta non hanno mai preso posizione in merito).

Pubblichiamo questo appello (tradotto in italiano da Facciamo Breccia) di attivisti e attiviste queer palestinesi che chiede all’IGLYO di non essere complice delle politiche di pinkwashing israeliane.

L’invito è ovviamente quello di diffondere la notizia il più possibile

Chiamata all’azione: Di’ all’IGLYO di stare fuori da Israele

Cari gruppi, collettivi, attiviste e attivisti LGBTQ,

Come queer palestinesi appartenenti a diversi collettivi – alQaws for  Sexual & Gender Diversity in Palestinian society, Aswat — Palestinian  Gay Women, e PQBDS (Palestinian Queers for Boycott Divestment and  Sanctions) – vi scriviamo per esprimere il nostro sconforto per la  decisione dall’ International Gay and Lesbian Youth Organization [IGLYO]  di organizzare l’Assemblea Generale per Dicembre 2011 a Tel Aviv in  Israel.

Anche dopo averci contattati e dopo aver espresso la nostra più  profonda preoccupazione rispetto alle implicazioni problematiche e  politiche dell’organizzazione di questa conferenza, IGLYO ha pubblicato  un “lettera aperta – 2011 GA” dove viene sottolineato che non sono per  nulla contenti di rimettere in discussione la loro decisione e che anzi  difendono le loro posizioni;  ingannando, quindi, i membri dei gruppi  LGBT all’interno di un processo di normalizzazione e provvedendoa  coprire l’apartheid di Israele e l’oppressione della popolazione  Palestinese.

IGLYO non ha solo deciso di tenere la loro General  Assembly conference in Tel Aviv, ma ha accettato i soldi del governo  israeliano partecipando in una più ampia campagna nel dare una nuova  immagine ad Israele “brand Israel” e nel crimine del pinkwashing .

Stiamo perciò chiedendo supporto nel comunicare a IGLYO perché la loro  azione è iniqua e indecente, per un’organizzazione come la loro che  dovrebbe battersi a fianco delle persone queer o dei diritti umani in  più larga misura. Le politiche di Israele e l’occupazione non distinguono persone queer  da etero. Tutta la popolazione palestinese – queer ed etero – deve  affrontare gli effetti del muro dell’apartheid, dei checkpoint, degli insediamenti illegali e della violenza dei coloni: nessuno menziona che vivere sotto occupazione militare ti toglie qualsiasi diritto come  abitante di quella terra.

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Omo/transnazionalismo, pinkwashing, GLBT di destra, xenofobia: parliamone

Posted: Novembre 12th, 2011 | Author: | Filed under: Appuntamenti | Tags: , , , , , , , , , , , , , , , , | Commenti disabilitati su Omo/transnazionalismo, pinkwashing, GLBT di destra, xenofobia: parliamone

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 “Noi, lesbiche-gay-trans, dobbiamo proteggerci contro questo nuovo odio verso gli immigrati”.

Judith Butler

Tutto nacque su una mailing list discutendo del caso Amina. Poi per una serie di collegamenti mentali più o meno casuali si iniziò a parlare di pinkwashing, omonazionalismo, gay di destra e xenofobia.

Infine si decise di trovare uno spazio e un tempo per parlarne, per chiarirsi le idee su questi concetti così complicati eppure così attuali ed interessanti.

Venerdi’ 18 novembre a partire dalle ore 21.00 presso il circolo di cultura GLBTQ Maurice in via Stampatori 10 (Torino) si terrà il quarto incontro.

Durante i precedenti tre incontri sono emersi numerosissimi spunti di discussione, analisi, osservazioni, curiosità ed esperienze di vita. Gli incontri sono spesso poco lineari e decisamente informali ma sempre molto interessanti per la quantità di spunti e interrogativi che vengono posti.

Durante il prossimo incontro si parlerà probabilmente anche di alcuni temi collaterali emersi a margine e durante la quindicesima conferenza annuale dell’ILGA che si è svolta a fine ottobre a Torino tra cui:

  • Cisgender, cissessismo, cisomonormatività – di cosa stiamo parlando?
  • scontro generazionale nell’autodefinirsi in UK (semplificando GLBT vs Queer nella definizione di se’ stessi).
  • una riflessione generale sul ruolo di ILGA e di conferenze del genere nel panorama politico attuale. Strumento del  potere o spazio per creare network?
  • reinterpretare e adattare il tradizionalismo e i valori tradizionali come strumento usato dalla comunità GLBT “mainstream” per sentirsi normali? E’ possibile sovvertire le tradizioni rimanendovi dentro?
  •  il privilegio di essere monosessuale (vedi The monosexual privilege checklist).
  • la normazione delle persone intersessuali può essere considerato genocidio legalizzato?