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La vie anal demole le capital

Posted: Aprile 14th, 2007 | Author: | Filed under: Libri e racconti | Commenti disabilitati su La vie anal demole le capital
Mario Mieli parla a Parco Lambro
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<E mentre la storia sempre prosciuga l’ormai secco pozzo dell’invenzione una affannosa e debole preghiera cerca di rimandare la continuazione: “il resto la prossima volta” “Questa è la volta!” urlavano le voci felici. Nacque così il paese delle meraviglie lentamente così uno per uno i bizzarri eventi furono spiegati.>

Questa frase tratta da Alice nel paese delle meraviglie che uso come incipit del mio articolo potrebbe essere la sintesi e l’espressione di quell’anno memorabile che fu il ‘77. Una frase che campeggiava sui muri, sui libri, sui tanti fogli e nella fantasia creativa di quel movimento. Non si può parlare del ‘77 senza prendere in considerazione la fantasia, il vero sale di quella esperienza, quella fantasia che A/Traversava e contaminava tutti e tutto comprese, anche se non lo dimostravano, le frange più estreme: quelle dei cosiddetti “duri e puri”. Un movimento talmente grande e ricco da permettere infinite formule, esperienze, percorsi che in linea di massima si riconoscevano in due aree, una più politica militante e l’altra più creativa, aree non sempre comunicanti ma che comunque non configgevano tra loro e che spesso producevano miscele frizzanti ed “esplosive”.

Mario Mieli

Per chiari motivi di agibilità, come tener fissata la parrucca sotto al casco da motociclista durante gli scontri o correre con il tacco a spillo durante le cariche, la scena gaia si riconosceva più nell’area creativa che in quella militonta. In seguito, con gli anni, con l’esperienza e facendo le dovute proporzioni, compresi che anche tra i “duri e puri” si annidavano molte “pure dure”, le cosiddette “cripto” che invece della chiave inglese numero 52 avrebbero impugnato più piacevolmente limette e pinzette. Nell’estate precedente al Festival del proletariato giovanile di Parco Lambro, i duri e puri avevano distrutto lo stand finocchio e quella volta Mario Mieli in uno dei suoi interventi più famosi che inauguravano il ‘77 dal palco promise vendetta
dichiarando <siamo stufe di subire e da oggi in poi non batteremo solamente ma COM/batteremo> (il Com stava pure per Collettivi omosessuali milanesi, il gruppo che aveva la sua sede nelle case occupate di via Morigi) chiudendo la sua arringa con <proletari di tutto il mondo inculiamoci>.
Di lì a poco, in pieno annus memorabili, sarebbe uscito il suo Elementi di critica omosessuale, il vero manifesto politico e filosofico del movimento di liberazione gay.

Mario Mieli con i suoi profondi e creativi interventi non si limitò solo ad aprire il ‘77 gaio ma lo chiuse, con un altro dei suoi memorabili interventi,
quello dal palco alla conclusione della tre giorni di settembre a Bologna. La manifestazione di centinaia di migliaia di persone, super blindata per paura di disordini, si concluse in piazza VIII agosto con lo spettacolo di Dario Fo mentre in piazza Maggiore il vescovo rispondeva celebrando messa (da allora non è cambiato nulla). Mario truccata e con una favolosa gonna gialla salì sul palco per invitare i presenti ad andare in piazza. Ci pensò Fo a distogliere dall’invito il pubblico che rispose con un coro di fischi e Mario a quel punto lanciò l’anatema <siete delle pecore, avete sempre belato e continuerete a farlo! Beee, beee!> Quando I suoi belati furono sommersi dai fischi Mario dando le spalle al pubblico si inchinò e alzandosi la gonna mostrò il suo tesoro, come amava definire il buco del culo, la parte anatomica ed erogena più comunista dell’umanità.

PArco Lambro

<La vie anal demole le capital> era infatti lo slogan più gridato dallo spezzone gaio nella manifestazione di quel giorno. Annotavo tutto sulla mia Agenda rossa ‘77 quella della Savelli, che custodisco ancora gelosamente, su cui invece di scrivere note e scadenze di uno studente iscritto al primo anno di sociologia riportavo il susseguirsi costante di eventi. Dalla cacciata di Lama dalla Sapienza il 17 Febbraio alla morte di Francesco, Giorgiana e Walter, dal 12 Marzo ai giorni di Bologna, dalla chiusura di Radio Alice ai suicidi (?) di Stammain.

Nelle manifestazioni tra il fumo dei lacrimogeni si intravedevano spesso le sottane femministe indossate dalle frocie deliranti, come il 12 Marzo sotto la pioggia di lacrimogeni, sassi e molotow la più pazza delle finocchie, con il rimmel sciolto dalle lacrime e il rossetto sbavato, ironizzava contro gli autonomi e i celerini <cretine, andate a casa a lavare i piatti>. La stessa finocchia che faceva i comizi sulle scalinate di lettere scandendo lo slogan <Pasolini è vivo e si vedrà in ogni maschio che cadrà> slogan di una realtà ancora tutta da costruire e di un’esperienza ancora da inventare, prima che altri lo avessero fatto per noi. E ricordo pure la mia prima assemblea gay nelle aule occupate del Dams a Bologna, dove tra uno spogliarello e una ronda antimaschio, si delirava con il gusto di delirare. Basta citare una parte dell’annuncio dei partecipanti letto in apertura: Epf Ente protezione frocie, A.f.p Assistenza Frocie Povere, Mls Madri Libere Socialiste, CCE Collettivo Cule Edili, Collettivo Chiappe al Vento, Collettivo Squaw Metropolitane (contro lo strapotere degli indiani), Collettivo Peni Flosci, Checche schizofreniche, obese, succhiatrici folli ecc. concludendo il lungo elenco con <e poi dicono che tutti i diversi sono uguali>. Eravamo dei gran sognatori, non ci eravamo accorti o non volevamo accorgerci che erano sogni…lo sapevamo ma facevamo finta di nulla, anzi le realtà era un sogno.

Parco Lambro 1976

Si osava perché non si conosceva il futuro, ma ci piaceva immaginarlo e la fantasia costruiva realtà. Sono uno di quelli, per dirla con le parole di Andrea Pazienza, che nel ‘77 aveva venti anni e ora è minorenne e l’esperienza di studente ventenne iscritto al primo anno di sociologia resta tra le mie cose più preziose.

Porpora Marcasciano (che nel ‘77 aveva venti anni e oggi è minorenne).

Parti di questo articolo sono tratte dal mio libro Antologaia, sesso genere cultura degli anni 70, che uscirà a maggio per la casa editrice Il Dito e la luna.

Questo articolo e’ tratto dall’inserto di Liberazione sugli anni 70 della scorsa settimana dedicato al 1977. Il video ad inizio articolo e’ tratto da uno speciale di Canal Jimmy intitolato “Nudi verso la Follia” con estratti dal film omonimo e interviste a personaggi presenti all’epoca. Il video trasmesso da Canal Jimmy e’ facilmente recuperabile su emule cliccando qui (indirizzo ed2k://|file|[Doc.ITA] Nudi verso la follia – Milano Parco Lambro, 1976 (Angelo Rastelli, Alberto Grifi, No Subs, 2004).avi|309630976|17B7C0FDCD39D33040615981F91EEC12| ). Il video originale non sono riuscito a trovarlo sul p2p. Le foto sono tratte da sito del circolo Mario Mieli, dal video Nudi Verso La Follia e dal sito di Giovanni Dall’Orto. Un ringraziamento a K. per l’aiuto e la segnalazione.


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